Passo del Lavinàl (Forni di Sopra)
Questa gita, fin troppo evidente dal parcheggio di Chiandarèns, il solito punto di partenza per Pecoli, Urtisiel, Busas e Scodavacche varie, è stata per me un punto di domanda fin dalle prime esperienze scialpinistiche. Credo di essermi chiesto ogni volta che si imboccava la pista forestale in direzione del Rifugio Giaf: ma questi due canali, molto più vicini ed evidenti, si sciano o no?
Una risposta per la verità l’avevo avuta quando mi regalarono il bel libro “Scialpinismo in un’isola di silenzio” Guida alle Dolomiti di Oltre Piave, di Loris De Barba (Ed. ViviDolomiti): addirittura tre gite consigliate, nei pressi del canale che porta al Passo del Lavinàl, di sicuro più conosciuto ai runners, perché vi transita il famoso ultra trail “dai scluops”.
Oggi la tempistica dei partecipanti e il tempo atmosferico previsto non sarebbero stati l’ideale per andarci a dare un occhio. Fatto sta che, giunti all’ultimo tornante destrorso in direzione del Rifugio Giaf, con idee abbastanza confuse sul dove andare, attratti dal cartello che introduce a una bretella della pista forestale, ci siamo alla fine trovati in mezzo a questo benedetto canale, che ci ha regalato una delle più belle sciate di sempre, su neve a tratti favolosa.
Senza farla tanto lunga: raccomandiamo questo itinerario a tutti gli scialpinisti curiosi, che si siano stufati dei Pècoli ma non delle Dolomiti di Forni. Per la verità non siamo arrivati proprio in forcella: non ne avevamo il tempo. Ma quel centinaio di metri mancanti non potranno che arricchire il campionario. La guida di De Barba consiglia un approccio più diretto, seguendo la pista che affronta il primo guado, un po’ prima del ponte di legno, ma credo che oggi abbiamo fatto la scelta migliore, andando verso il Giaf e tagliando al tornante, perché la strada era ben livellata e con un micro spolverino ideale per non correre troppo al rientro. Giunti nel canale, si evitano le briglie sulla destra e più in alto, nei pressi di un avancorpo roccioso, si va a sinistra, come la pendenza e il naso, oltre che la cartina Tabacco, consiglierebbero.
La gita prevede 1000 metri di dislivello e una difficoltà tra MS e BS. Oggi la parte alta aveva uno strato crescente di neve farinosa su fondo duro. In basso lo spolverino consolava sempre meno e le lamine hanno fatto il loro sporco lavoro. Siamo rientrati sulla bretella verso il Giaf, con due brevi risalite e un provvidenziale taglio nel bosco che ne ha evitate altre.