Scialpinismo nelle Dolomiti di Lienz

Quest’anno nonostante la stagione scialpinistica non ottimale siamo riusciti a visitare alcuni luoghi dove non eravamo mai stati, quanto meno d’inverno. E’ il caso di questo angolo di paradiso molto vicino a casa, ma poco conosciuto e frequentato dagli sciatori italiani, nonostante riservi una gita sicuramente imperdibile anche se non impegnativa tecnicamente, in ambiente strepitoso.

Ero già stato nelle Dolomiti di Lienz molti anni fa per arrampicare nelle falesie attorno alla Dolomitenhutte,  suggestivo rifugio appollaiato su uno sperone roccioso. Ricordo di aver giurato di non tornarci, almeno non per scalare, ma mi sono ricreduto dopo aver visto la roccia ben fornita di nuovi luccicanti spit inox, un tempo molto più rarefatti…

Divagazioni a parte, che spero stimolino  qualche climber della zona, torniamo alla gita in questione, descritta anche in una delle più famose guide storiche di scialpinismo, la seconda e purtroppo ultima edizione di “Dai Tauri all’Adriatico” di Matteo Moro .

Diversamente dalla relazione di Moro, noi abbiamo parcheggiato in località Kreithof , dove un semaforo rosso ci ha intimato l’alt, ma una pista ben innevata e una bella riga di auto parcheggiate ci ha convinto a tentare l’azzardo, allungando sviluppo e dislivello di un bel po’ rispetto ai previsti 1000 metri scarsi.

La pista in effetti, a parte due attraversamenti della strada asfaltata, ci ha permesso di arrivare al  Dolomitenhutte sci ai piedi e con poco sforzo. Al rifugio il parcheggio era pieno di auto, segno che il divieto forse non è così assoluto, a patto di disporre di una trazione integrale e buone gomme da neve.

Si prosegue per un mezzo Km in falsopiano raggiungendo un bel canale pieno di tracce di discesa, che segue il tracciato del sentiero estivo verso il Rifugio Karshader Hutte, evitando la lungaggine della pista forestale. Prima del rifugio le tracce dei numerosi sciatori incontrati piegano a est (sinistra) evitando un bel pendio che sovrasta una serie di caratteristici massi.

Noi invece siamo saliti più destra,  fin dove il pendio lascia il posto a un falsopiano, senza raggiungere la Odgarscharte, forcellina meta della gita, oggi senza tracce di passaggio recente a causa del pericolo valanghe,  marcato da qui ai Tauri per una recente nevicata.  Altre forcelle a ovest mostravano tracce di sciate non recenti.

Discesa su bella neve farinosa non proprio leggerissima nel primo pendi,  poi  compattata  dai numerosi passaggi nel canale. Un po’ di ravano nel traverso e poi giù per la pista con neve ancora che teneva.

Gita nel complesso meritevole in ambiente superlativo. Sconsigliamo di bere la birra nel locale in località Kreithof, che ci ha fatto rimpiangere  la scontrosità di alcuni gestori carnici. A Kreithof c’è anche una lunga falesia di arrampicata con moltissime vie facili anche se corte. Segnaliamo anche che è possibile salire sci ai piedi già da fondovalle, perchè viene battuta una bretella riservata agli scialpinisti che costeggia a tratti la strada.

L’accesso automobilistico dall’Italia avviene dal paesino di Lavant, che si raggiunge svoltando a sinistra  pochi Km prima di Lienz. Le  relazioni sulle falesie di arrampicata di Kreithof e attorno al Lienzerdolomiten Hutte si trovano nella guida “Sportclimbing in the Dolomites”  edita da Vertical-Life (testo trilingue, compreso l’italiano)

Gita effettuata il 17.03.2019

 

~ di calcarea su aprile 11, 2019.

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