Anello delle Malghe di Forni di Sopra (con discesa su sentiero CAI 209)

Chi segue le gite di Calcarea in mtb forse ricorderà la discesa su sentiero da Casera Tragonia. In quell’occasione accantonai per mancanza di tempo  l’idea di visitare anche Casera Tartoi e sbagliai sentiero per rientrare a valle, mancando quello CAI n. 209 che avevo individuato sulla cartina Tabacco. Sono tornato pochi giorni fa in quella incantevole conca, giungendo finalmente a Tartoi, località che merita assolutamente una visita per la bellezza del paesaggio. La salita, in parte in comune con quella per Tragonia, ha una prima parte asfaltata molto impegnativa, con brevi rampe di pendenza superiore ai 20%, ma diventa ben più pedalabile da località Pounsas in poi, dove il fondo rimane stabilmente sterrato.

Da Tartoi si percorre in discesa la pista con cui si è saliti, evitando la scorciatoia su sentiero CAI 211 (non ciclabile), fino al bivio, dove si torna a salire verso sinistra raggiungendo in breve  Casera Tragonia. L’imbocco del sentiero di discesa, il n.209, non è proprio evidentissimo e può essere confuso con una variante del 211, che ha una tabella nuova in bella mostra pochi metri prima della Casera. Si deve sbirciare in direzione del rio, dove si individua un ponticello in legno.

Fin qui la gita è poco impegnativa e può essere semplicemente completata dal rientro a valle sulla pista sterrata. Chi volesse e sapesse avventurarsi su terreno più avventuroso, che richiede abitudine alle discese su sentiero e una certa abilità tecnica, può affrontare la traccia CAI n.209 . 800 metri di dislivello quasi tutto ciclabile ma sicuramente non di tutto riposo, con tratti accidentati dove è indispensabile lasciar andare la bici e incrociare le dita, ben strette  sui freni.

Io son sceso un po’ di volte, ma in complesso credo di poter consigliare questa discesa almeno agli  appassionati. Non è tra le migliori che ho fatto, ma, come direbbe Albanese, ha il suo why e il suo because. La prima parte è molto semplice e fino alla rinnovata “Casera dai Vidiei” ci si illude di aver trovato l’America. Poi la musica cambia e si deve far appello a più di una risorsa. Verso la fine si incrocia l’anello di mtb di Forni. Non sapendo dove mi avrebbe portato ed essendo ben ben cotto, ho preferito tirar diritto e raggiungere in breve l’ultimo tratto cementato tra le prime case.

Dettagli: sviluppo 17 km circa, dislivello 1000 mt. Ciclabilità 95%, asfalto 2 km.

~ di calcarea su settembre 26, 2012.

13 Risposte to “Anello delle Malghe di Forni di Sopra (con discesa su sentiero CAI 209)”

  1. Sempre nella zona di Forni di sopra, imperdibile la traversata dal rifugio Giaf al passo della Mauria lungo il sentiero 341. Ciclabilità 80-90%. Alcuni tratti in salita ed altri molto brevi in discesa sono da effettuarsi bici a mano, compresi i due attraversamenti dei torrenti Fossiana e al Tor, ma ragazzi, veramente da urlo. Specie la prima parte dopo il rifugio Giaf, tratto di sottobosco di faggio velocissimo!
    Proposta di itinerario per gli ‘insanabili’ quali il sottoscritto: da passo Mauria si scende verso Lorenzago, poi al primissimo curvone della strada sulla sx si prende la rotabile prima sfaltata e poi sterrata di Pian de Stabie. Tenere la destra e da qui seguire sempre il sent. CAI 207. Inizia la devastante salita per Casera Lavazeit. Il primo tratto alterna tratti in salita al limite ad altri da fare bici alla mano ad altri ancora molto veloci in sottobosco inebriante. Raggiunto il fondo della vallecola ed il rio Purone inizia la drammatica salita bici in spalla di circa 40′ che ci porta in Lavazeit. Da qui inizia il lungo traverso che ci porta in Tartoi passando per Varmost. Nel primo tratto lungo il CAI 207 sulla destra impagabile scorcio sulle Tre Cime di Lavaredo. Fino in Varmost il sentiero è praticamente tutto in discesa, relativamente veloce e sempre ciclabile, mai particolarmente tecnico. Giunti in Varmost si fa la rampetta sopra l’arrivo dell’impianto e sulla destra si imbocca il CAI 211, che inizialmente taglia in salita i prati di Varmost (vista immensa sulle Dolomiti Friulane verso sud), successivamente gira il costone con alcuni saliscendi ed infine inizia a scendere verso Tartoi. Prima della casera trecento metri in salita tra le bujaze. Da qui ci si collega al percorso citato nel post.
    P.S. Per conto mio il 209 è fantastico. Certo, dalla casera dei Vidiei diventa tecnico ed in alcuni punti tosto e per draghi per chi usa la front come me. Meglio con una full e 140mm di escursione. Poi il primo pezzo è ‘imbarazzante’ da tanto è bello!

  2. Per chi non se la sentisse di percorrere in discesa il CAI 209, in particolare per la sua seconda parte piuttosto scalcinata ed esigente da un punto di vista tecnico, segnalo questa variante (l’ho provata sabato 14.09.2013): poco dopo C.ra dei Vidiei sulla sinistra si stacca una traccia di recente censita dal CAI (segnavia 222). Intraprendendola si taglia così la parte più impegnativa del 209 senza rinunciare però al tratto iniziale davvero bello che scende da C.ra Tragonia. Dal suddetto bivio parte una lunga traversata in quota ma in leggerissima ascesa che taglia il versante OSO del M.te Lagna. La traccia è praticamente ciclabile al 100% (io sono sceso tre volte per scavalcare qualche masso, per un totale di 20 m), ma richiede un pò di impegno fisico e capacità di guida tra i sassi, nonostante il fondo sia per lo più di bosco di abete. Aggirato il costone SO del Lagna inizia un tratto in discesa molto divertente dal tipico fondo misto (quindi non il ‘famoso’ fondo sassoso del 209) che conduce a C.ra Tamaras. Da qui, sulla destra, si scende più decisamente un pò per prato un pò per sottobosco (primo tratto più pendente ma sempre totalmente ciclabile) sempre lungo il CAI 222 fino ad atterrare sulla pista forestale che risale verso C.ra Montemaggiore (o Mamaiou per intenderci). A questo punto, uno può scegliere se scendere verso Forni di sopra lungo la scorrevole pista forestale oppure lungo il CAI 210 che in pratica taglia la pista stessa (attenzione all’ultimo taglio: traccia non evidente in uscita da un tornante destrorso in ambiente aperto). Il CAI 210 è piuttosto regolare, con qualche pietra (ma molto meno tecnico del 209), sempre in sottobosco e nel complesso molto divertente. Si scende quindi a Tiviei con la possibilità di collegarsi all’Anello di Forni in direzione Tintai, Massaroul e Stinsans. Nel complesso direi che merita rispetto al tratto conclusivo del 209 perchè molto più vario (anche lungo) e più godibile in quanto meno esigente!
    Aspetto altre opinioni, buoni raid a tutti!!

    • Ripetuto ieri, come dicevi il traverso fino a casera Tamaras è molto da guidare con equilibrio, in più abbiamo trovato sassi molto viscidi, la discesa è bella, ma non avendo fatto il 209 basso non riesco a fare paragoni.
      Attenzione noi siamo saliti dalla nuova forestale che porta all’arrivo del primo troncone seggiovia per poi prendere la seconda fino a malga varmost (autorizzati dal direttore dell’impianto visto che non è più previsto il trasporto bici, tutto il nostro lavoro di anni buttato), purtroppo il traverso che volevamo fare verso Tartoi ci è stato detto che è impraticabile causa slavine e smottamenti, quindi ci hanno indirizzato verso il sentiero più basso che si prende circa a metà pista. Anche quì però schianti da superare, anche notevoli, in presenza di molto fango, probabilmente si poteva fare il superiore, con qualche passaggio bici, senza dover scendere per poi risalire.
      Nel complesso un giro interessante che con pochi aggistamenti sarebbe ideale da sfruttare a livello turistico inserendo la risalita in seggiovia.
      Lo so di toccare un argomento difficile che potrebbe urtare la suscettibilità di qualcuno, ma con i tempi che corrono riuscire a riempire anche in minima parte una seggiovia che corre prevalentemente vuota potrebbe portare anhe dei benefici alla località, sempre nel rispetto di tutti naturalmente.

    • Ciao Alberto, ma a casera Montemaggiore (Mamaiou) arriva mica una nuova pista forestale?

      • Ciao Luciano, a casera Mamaiou ci si arriva solo lungo sentiero (CAI 210). La forestale a cui fai riferimento (quella che parte da Tiviei) si ferma a circa quota 1400, non è mai stata completata. Avresti quindi più di 300 mt di dislivello. Se vuoi salire sul Clapsavon sarebbe una sfaticata da più di 1000 metri bici a spinta. A quel punto forse vi conviene farla in due giorni e vi fermate a dormire al ricovero Francescutto che è vicino a Mamaiou.

      • Oppure guarda…forse vi conviene fare la traversata (con eventuale pernotto): partite da Razzo, arrivate facile su sterrata in Chiansaveit (1700 di quota), poi grande spingismo fino prima in forcella Chiansaveit e poi sul Clapsavon (con “solo” 700 circa di dislivello). Scendete al Francescutto e dormite. Dopo alba mozzafiato scendete a Forni per la variante di Aguossas (guarda i percorsi sul nostro sito carniabike.it). Risalite su sterrata a Tragonia, fate ancora un pò di spingismo a forcella Tragonia e riscendete a Casera Razzo. Fareste una cosa davvero super! Da invidia!

  3. Ciao Alberto, un piacere risentirti. Domenica ho fatto un ricognizione a piedi sul Clapsavon salendo proprio da C.ra Chiansaveit. La salita con bici a spalla deve essere sicuramente faticosa (lo è già a piedi!). Dalla cima la discesa in mtb risulta molto impegnativa causa pendenza accentuata e fondo ghiaioso (quindi scivoloso). Però non sembra impossibile. Quello che però mi preoccupa è più che altro la discesa lungo il 210 da forcella Chiansaveit a C.ra Montemaggiore. Ho visto salire degli escursionisti lungo la traccia terminale del sentiero: erta e sommersa dalla vegetazione (lo hai mai percorso anche solo a piedi questo tratto di sentiero?)
    Una volta raggiunta la casera Mamaiou (bivacco Francescutto) scendiamo la variante di Aguossas fino a Forni di Sopra. Si potrebbe risalire anche a Tragonia e scollinare nuovamente a C.ra Razzo. Forse il tutto si potrebbe fare in giornata, ma comincio a credere che la stagione migliore (per le condizioni dei sentieri in zona) sia l’autunno prima che arrivi la neve…che ne dici? Intanto sabato penso di fare una Tragonia con variante Tamaras.
    Mandi

    • Ciao Luciano, il tratto dalla forcella a Mamaiou non l’ho mai fatto, da Mamaiou alla sterrata che sale da Tiviei invece é fattibile. Di solito uno sfalcio lo fanno sotto ferragosto. L’anello fatto in giorno unico penso sia una sfaticata, considerando tutto lo spingismo. Invece scendendo da Tamaras hai le due varianti, Aguossas (qualche breve tratto iniziale a spinta) o diretta a Tiviei con tagli su sentiero completamente ciclabile. Trovi descrizione e tracce di entrambe sul sito di carniabike. Fammi sapere come va così mi dai la tua opinione. Un saluto.

  4. Ciao Alberto, ieri sono stato sul Col San Giacomo. Sono sceso lungo il 223 appena sfalciato e ripulito, sentiero alternativo al 209 bello e divertente. Inoltre volevo condividere con te (e con i lettori del blog Calcarea) l’idea di un nuovo giro in zona (stile wild): “La dorsale del brutto passo mtb trail” In sintesi partendo dall’Osteria al Pura su strada asfaltata si raggiunge Forni di Sotto. Direttamente dal paese (senza raggiungere loc. San Antonio) si prende la carrareccia segnavia Cai 214. Si segue la pista forestale (di recente costruzione) fino sotto al M.te Zuaf. Con breve risalita a piedi si guadagna la cresta. Dal passo Zauf ha inizio un’entusiasmante traversata sulla dorsale del Brutto Passo fino alla forcella Montof. Saliscendi con alcuni tratti ciclabili e altri da affrontare con bici a spinta. Arrivati a forcella Montof si presentano due alternative: o scendere verso C.ra Tintina, seguire la pista forestale fino al dal P.so del Pura e prendere in discesa il 237 o il troi alternativo (lungo la trattrice della linea elettrica), o scendere direttamente a Forni di Sotto lungo il 215 o il 214a (che non conosco). Che ne pensi?

    • Ciao Luciano, l’idea di giro che proponi è molto interessante e mi stuzzica da tempo ma non conosco la rale fattibilità dei sentieri. Da quelle poche info che ho racimolato, il traverso da Zauf al Brutto Passo (il nome un programma…) non è elementare causa alcuni tratti frananti o esposti. Conosco invece i due sentieri che dalla forca di Montauf scendono in Tintina: entrambi non hanno ciclabilità completa anche se il 233 (che sarebbe il Tiziana Weiss) è molto bello nel primo pezzo. Viceversa, dalla forca si scende facilissimo all’omonima casera (cai 215), poi non sò come procedono nè il 214a nè il 215 verso Forni di sotto. Valutavo anche la possibilità di scendere da Zauf in Barnon (soprattutto se il brutto passo è veramente intransitabile), scendere al lago di Sauris e risalire in Tintina. Poi 300 m di spingismo in Montauf e di lì discesa a Forni per uno dei due sopracitati. Penso che tocchi solo provare…o là o rompi…disponibilissimo per la strafexpedizion! Mandi

  5. Ciao Alberto, sui sentieri natura e su questo blog (http://montagnesottosopra.blogspot.it/2011/10/sulla-dorsale-del-brutto-passo.html) trovi informazioni utili. La traversata in quota sicuramente necessita attenzioni particolare e dimestichezza con l’esposizione, ma sembra che il tutto si riduca ad un brevissimo passo…proprio brutto 🙂
    Il 214 a l’ho percorso per un breve tratto iniziale (nei paraggi c’è una falesia di arrampicata). Ricordo che il sentiero scorre parallelo al torrente Auza e poi svoltava decisamente a destra in salita (sassoso e ripido). Osservando le foto su sentieri natura il 215 pare non essere molto ciclabile…bisognerebbe esplorare a piedi una o entrambe le traccie…ci aggiorniamo..

  6. Ho parlato con Attilio della vostra ipotesi di anello e credo di aver capito che la cresta del Brutto Passo non dovrebbe essere proibitiva con bici a mano. Poi lui suggeriva di scendere in Tintina col 215 piuttosto che col Weiss. Adesso che avete l’avvallo di Tabacco, restano solo Bacco e Venere da convincere!
    Certo che una discesa verso Forni di Sotto semplificherebbe il tutto. Alla prima giornata di pioggia andrò a dare un occhio al 215.
    Piuttosto: come faccio a trovare le cose su Sentieri Natura? Ho gli 8 volumi ma non c’è un indice generale o per parole chiave. Voi come fate, c’è un sistema di ricerca su internet? Mandi

    • Grazie delle info Gianni! A giudicare dalle immagini sui vari blog la lunga traversata sembrerebbe fattibile…ma solo a piedi, nel senso che si cicla zero o poco più. Che fatica! Ho idea che, se fosse realmente ciclabile una delle due discese verso Forni di Sotto, forse converrebbe fare l’anello scendendo in Barnon e poi risalendo in Tintina e forca Montauf.
      Per il resto, sul sito di Sentieri Natura trovi info sul motore di ricerca dedicato. Oppure cerca con il tuo browser direttamente il numero del sentiero o la toponomastica e ti viene fuori parecchia roba, soprattutto dai blog e forum. Mandi!

Scrivi una risposta a devo.d Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.